L’ho scoperta qualche anno fa tramite conoscenti in comune. E il suo mondo illustrato popolato di piante e ispirazioni vintage mi ha subito conquistata. Illustratrice di grande talento, Giorgia (qui il suo sito) oggi si racconta svelandoci qualche curiosità sul suo percorso professionale e sulle origini della passione per il vintage, che influenza anche il suo modo di vestire, davvero unico e inconfondibile. A lei la parola.
Da dove nasce la tua passione per il vintage?
Da quando ero adolescente ho sempre cercato uno stile eclettico, che fosse solo mio, e l’ho fatto pescando negli armadi dei miei parenti capi anni ’70, o sciarpe folk provenienti dalla montagna appartenute a mia nonna, mescolando contemporaneo e vintage.

Frequentavo anche mercatini assieme ai miei genitori, quand’ero ancora piccola, e fantasticavo sulla vita precedente dei capi che trovavo interessanti.
Come e quando hai iniziato a occuparti di illustrazione?
Mi è sempre piaciuto disegnare, e ho sempre avuto l’esigenza di raccogliere, collezionare immagini, locandine, riviste, reinterpretandole a modo mio. Tuttavia, fino a quando non ho dovuto scegliere un percorso universitario, non ho mai pensato che potesse essere una “vocazione” o diventare centrale nella mia vita.

In che modo la passione per il vintage influenza il tuo lavoro? E qual è il tuo processo creativo?
Cerco di restituire nei miei disegni un pezzetto degli immaginari rétro che mi piacciono tanto. Sicuramente la passione per i pattern nasce anche dall’osservazione di capi e carte da parati vintage. Poi la natura è uno degli elementi che osservo di più, e continua ad essere una fonte d’ispirazione.

Avendo studiato moda e lavorato negli uffici stile, penso che il mio processo creativo attinga da quel tipo di formazione: raccolgo immagini, palette colori, e procedo per temi o collezioni di immagini. Sono abituata a ragionare per “trend”, fidandomi di ciò che mi sembra sia nell’aria e della mia ossessione del momento.
Indossi sempre abiti vintage bellissimi. Ti occupi anche di illustrazioni destinate alla moda? Cosa consigli a chi vuole intraprendere un percorso in questo ambito?
Intanto grazie dei complimenti. Il mio armadio è frutto di tanti anni di ricerca e selezione, soprattutto nell’ottica di farlo durare negli anni e renderlo molto personale.
Mi capita di disegnare pattern destinati alla stampa su tessuto o foulard, ad esempio. Da 3 anni insegno illustrazione ai futuri fashion designer dello Iuav Moda di Venezia, università nella quale mi sono laureata anche io.

Credo che le aziende di moda possano essere luoghi interessanti o incubi dai quali allontanarsi il prima possibile. Dipende sia dalla filosofia dell’azienda, che dalla nostra indole.
A chi vuole avvicinarsi a questo mondo consiglio di imparare a conoscersi il meglio possibile. A vent’anni, quando si dovrebbero prendere decisioni sul proprio futuro, non è affatto scontato. Capire qual è la propria vocazione e fare leva sui propri reali talenti è l’unico consiglio che mi sento di dare.
Che percorso di formazione hai seguito come illustratrice? Secondo te fare un percorso "accademico" è fondamentale?
Fino all’università non ho frequentato corsi di disegno. La mia prima insegnante di disegno, allo Iuav, è stata Natalia Resmini, illustratrice e surfer con cui sono in contatto tutt’ora. Da subito mi sono innamorata dell’acquerello, anche se la tecnica l’ho affinata negli anni, da autodidatta.
Ho invece partecipato, nel mio tempo libero, a workshop e corsi tenuti da altri illustratori, che consiglio sempre perché sono una bellissima occasione di scambio e perché chi li tiene, generalmente, ha fatto del disegno il proprio lavoro e questo è di grande ispirazione.

Immagino che una formazione accademica dia una preparazione molto approfondita, ma non
credo sia fondamentale o migliore. La scelta di diventare illustratore, in molti casi, è svincolata dal percorso di studi scelto all’età di tredici o diciott’anni. Pensando a molti miei colleghi illustratori, sono anche le diversità dei percorsi di ognuno a generare le sfaccettature più interessanti e le caratteristiche più peculiari.
Vai ghiotta di interviste? Qui trovi la scorsa intervista a Sveta, che ci spiega chi sono i rom, tra cultura e tradizioni.