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Marzo 14, 2016

Una porticina di legno separa il mondo dei vivi da quello dei morti. Il cartello enuncia: “ritirare le chiavi presso il Tempietto Longobardo“. L’ipogeo celtico di Cividale del Friuli non si visita come un normale sito archeologico, sotto la supervisione degli addetti ai lavori. Scendi nelle profondità della terra in solitudine sentendoti come Alice che insegue il Bianconiglio.

Il Tempietto Longobardo, che custodisce le chiavi di accesso al mondo di sotto, dista pochi metri, forse un chilometro. Ritiri il mazzo magico e ti attraversano brividi freddi. Ti avvii verso la meta. Emozionata. Entusiasta. Sovreccitata all’idea che in quella cavità sotterranea ci entrerai da sola. 3 giri di chiave e l’uscio si apre. Le ripide scale scivolano silenziose verso il basso. Meno male che le diavolerie moderne, alias l’elettricità, rischiarano la discesa impervia. Primo pensiero: trovare i 3 mascheroni che fanno da guardiani all’ipogeo.

mascherone-ipogeo-celtico

Ecco il primo stagliarsi in fondo alla discesa: mostra la lingua. E’ imponente. Arrogante. Maestoso. Vuol farsi notare. Ed ecco anche il secondo, un po’ più a destra. Piccino ma dalla natura insidiosa. E il terzo? Inizia la caccia al mascherone misterioso, quello più ambito dai curiosi. E’ schivo il terzo mascherone. In pochi, si dice, sono riusciti a identificarlo. E allora fioriscono teorie, allucinazioni, spiegazioni illogiche sulla sua identità. Si trova in fondo alla scala, assicurano alcuni. Altri dicono di averlo scovato in angoli remoti dell’utero funerario, osservando la roccia come bambini a caccia di mostri sui soffitti di legno. Ci provo anch’io. E l’amara verità è che non lo trovo.

Rientrata a casa, osservo con curiosità le foto scattate nell’ipogeo iniziatico (senza flash). Lo definisco “iniziatico” perché questo luogo suggestivo, ricavato da una cavità naturale lungo l’argine destro del fiume Natisone, a poca distanza dal rinomato Ponte del Diavolo, ha un significato profondo per chi cerca se stesso. Sebbene non sia ancora chiara la sua funzione originaria, le teorie più accreditate lo ritengono luogo funerario, se non addirittura finalizzato all’esecuzione di rituali pagani e battesimi iniziatici. Difatti, come suggerisce duepassinelmistero, “le viscere della terra, in special modo a contatto con sorgenti o corsi d’acqua naturali, hanno sempre evocato il grembo materno dove prepararsi a rinascere a nuova vita (purificati). Il pentrare all’interno di un mondo buio, silenzioso, misterioso rappresentava una via iniziatica per superare forse anche delle “prove” per trovare nella notte interiore (e in una condizione terrena) il mezzo per ascendere alla luce (la condizione celeste o spirituale).”

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Mentre curioso tra gli scatti, improvvisando per mio nipote una storiella romanzata, ci accorgiamo (i bambini la sanno lunga) che il secondo mascherone, quello piccino ma insidioso, cela una doppia natura. Immortalato frontalmente è un volto dai tratti infantili. Nemmeno pauroso. Ripreso di lato assomiglia a un teschio. Mistero svelato?

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Ipogeo Celtico di Cividale del Friuli: viaggio nelle profondità della Terra