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Novembre 3, 2021

Arrivano dall’India. “Nomadi” per necessità, non per scelta. Li chiamano gitani, zingari, gypsy, tutti termini dispregiativi. Il nome corretto è popolo romanì. Ancora oggi sono vittime di continue discriminazioni ma in pochi li conoscono davvero. Sveta, che appartiene a un gruppo di origine greca, i Grekurija, e ad un gruppo affine ai Sinti, i Manush, ci racconta il loro mondo dal di dentro. L’ho scoperta casualmente su Instagram (il suo profilo si chiama Romnija~Sveta), dove condivide interessanti curiosità sulla cultura e le tradizioni del suo popolo. Per aiutare tutti noi, i “Gage” (i non rom), a scoprirlo oltre gli stereotipi. A lei la parola.

Gitani, zingari, gypsy sono termini comunemente utilizzati per indicare i popoli di etnia romanì. Sono termini dispregiativi? E il termine rom cosa significa? È corretto parlare di popolo rom?

Sono termini dispregiativi, arrivano da egyptian, perché si pensava che i rom fossero egiziani un tempo (gypsy). Zingaro invece significa athigano dal greco intoccabile, indesiderato. È corretto dire popolo rom se si parla solo del gruppo rom ma non è sbagliato se lo si usa genericamente poiché il gruppo rom è enorme ma per essere precisi si potrebbe usare popolo romanì per non fare un torto a nessuno.

Quali sono i principali gruppi di etnia romanì? Tu a che gruppo appartieni? La suddivisione in vari gruppi da cosa dipende?

I principali gruppi rom o meglio romanì (generico) sono Rom, Sinti, Kale, Romanichlas, Domari. Io appartengo ad un gruppo di origine greca, i Grekurija, e ad un gruppo affine ai Sinti, i Manush. La suddivisione in vari gruppi dipende dalla nazione in cui si vive, dalla religione che uno ha, che possono essere molteplici, e dal lavoro che uno svolge o che svolgeva in passato, ma fondamentalmente si crearono i gruppi durante i secoli dall’India all’Europa perché non si avevano cognomi ed esistevano le caste.

Spesso si pensa che i rom siano nomadi. Come mai? E quali sono le vere origini dei rom?

I rom erano nomadi per obbligo, vennero obbligati a condurre una vita nomade perché erano indesiderati, per scappare dalla fame e dalle guerre e dalle persecuzioni. Oggi pochi gruppi rom sono nomadi per scelta. Le origini dei rom sono indiane, arrivarono in Europa dal Nord dell’India, dalle regioni del Rajasthan e Punjab e dalla valle del Sindh.

Sul tuo profilo Instagram hai parlato diverse volte di Santa Sara, protettrice del popolo rom. Ci sapresti dire da dove nasce questo culto, come e quando si celebra la famosa Festa che si tiene a Saintes-Maries-de-la-Mer, in Francia, e quali sono le sue origini?

Secondo il racconto tradizionale Sara, originaria dell’India e trasferitasi in Egitto, era la schiava di Maria Salomè e Maria Iosè. Dopo la resurrezione di Cristo, partirono a bordo di un’imbarcazione senza remi raggiungendo infine le coste della Francia, dove sbarcarono in un luogo detto Oppidum Râ, noto in seguito come Notre Dame de Ratis (Râ fu cambiato anche per influsso del latino ratis, cioè “zattera”) e, successivamente fu cambiato in Saintes-Maries-de-la-Mer nel 1838.

Sarah-Kali è collegata anche come origine, prima che venisse fatta schiava, alla divinità indiana Kālī. Sara rappresenterebbe quindi una manifestazione sincretistica e cristianizzata della dea Kali. Non solamente il nome coincide (benché questo abbia la propria spiegazione nel suo significato letterale), bensì anche nel rituale alcuni hanno colto coincidenze singolariDurgā, altro nome di Kali, dea della creazione, della malattia e della morte, rappresentata con il volto nero, durante un rito annuale in India viene immersa nella acque e poi fatta emergereAnche Sara Kali viene trasportata dalla chiesa nelle acque del mare, la seguono i fedeli che si immergono 3 volte per essere benedetti e fortunati. Questo rituale ricorda gli indiani che si immergono nel Gange.

Ci racconti come si svolge un matrimonio tradizionale? Immagino sussistano delle differenze a seconda dei diversi gruppi, ci sono anche elementi in comune? Rom di diversi gruppi mi hanno spesso parlato della fuitina. Cosa ci sai dire al riguardo? Viene praticata? In cosa consiste?

Il matrimonio consiste nella proposta, nel fidanzamento, nel rito e nel ricevimento e nei giorni a seguire. Ogni gruppo ha tradizioni diverse ma in comune possiamo dire che ci sono lo sfarzo, l’allegria, l’abbondanza, i colori, specialmente bianco e rosso perché il rosso portafortuna, il costo della sposa e in molti gruppi troviamo i matrimoni combinati. Un esempio di fidanzamento è la bottiglia, questa usanza è tipica in quasi tutti i gruppi, si dà una bottiglia avvolta in un nastro con gioielli alla famiglia della sposa, se la famiglia accetta allora si brinda.

I sinti usano la fuitina che spesso però viene usata dai rom specialmente quando le famiglie non sono d’accordo sul matrimonioI ragazzi scappano per una giornata o più giorni e quando tornano il matrimonio deve celebrarsi perché si presume che la ragazza abbia perso la verginità, cosa comune a tutti i gruppi rom, la ragazza deve essere vergine. Non so dire molto altro perché dovrei entrare nello specifico di un gruppo e non nel generico.

Mi piacciono moltissimo le gonne tradizionali, le cui fantasie e colori cambiano a seconda dei gruppi. In particolare adoro quelle floreali e fluorescenti che se non erro sono tipiche di un gruppo diffuso in Romania. Ne sai qualcosa? Le gonne, e i loro motivi, celano una qualche simbologia?

Le gonne sono simbolo di femminilità e purezza, si mettono lunghe per preservare le donne da occhi maschili e pubblici, perché la parte anteriore è impura e sacra essendoci le gambe e le parti intime. I colori si indossano perché il nero per molti è il colore del lutto, anche se conosco rom e sinti che lo indossano senza alcun problema, dipende dai gruppi ma generalmente le stampe delle gonne si ispirano ai saree dall’India in cui il colore e il luccichio prevale sull’abbigliamento. Se abbiano una simbologia particolare non ti saprei dire.

Nei diversi gruppi di etnia romanì che ho conosciuto la musica e la danza erano sempre importantissime. Cosa rappresenta la musica per la cultura romanì? Ci consigli alcuni generi musicali tipici e gruppi, musicisti, cantanti?

La musica e la danza sono la base della cultura, dopo l’importanza per la famiglia ed altri valori
La musica romanì si è creata durante i secoli di viaggio per arrivare in Europa, così anche la danza, sempre presenti nella quotidianità e soprattutto nei festeggiamenti. Posso consigliare alcuni generi tipici: manele, chalga, kochek. Come cantanti conosco: Sandu Ciorba, Florin Salam, Azis, Sofi Marinova, Sisi Atanasova, Denis Hamidovic.

Sono particolarmente affascinata dalle simbologie e so che il colore rosso da voi è molto utilizzato e particolarmente significativo. Perché?

Nella cultura Romanì, il rosso (lolò) dal Sanscrito lohita) è il colore più importanteevoca la vita, richiama il sangue, inteso sia come forza vitale dell’essere umano, sia come richiamo a tutte le ferite di un popolo che ha subito anni di persecuzione, deportazione e repressione. Il rosso nella cultura è anche il colore utilizzato per scacciare il malocchio ed è collegato al concetto di fortuna che, nella cultura Romanès, significa per l’appunto avere Dio al proprio fianco; esserne protetti e benvoluti.

Il rosso è il colore prevalente durante le celebrazioni dei matrimoni e (come in India ) è anche il colore della salute e del benessereAltri colori prevalenti sono il giallo, l’arancione. Il rosso viene utilizzato spesso per il matrimonio, nei bracciali dei bambini e degli adulti. Nelle case c’è sempre qualcosa di rosso.

Ci sai dire qualcosa sulle origini della lingua romanes? È simile per tutti i rom o a seconda del gruppo, sussistono notevoli differenze? È trasmessa solo oralmente?

La lingua romanes (romani ćhib) è una lingua indoeuropea parlata dalle comunità rom, sinte etc, presente in varie forme nei vari gruppi e sottogruppi. Questa lingua ha origine indiana,
deriva dal sanscrito e hindi ma ha prestiti di altre lingue medio orientali, slave, germaniche, anglosassoni, greche perché si è formata durante il viaggio che hanno compiuto le popolazioni romaní dall’India all’Europa e nei secoli questa lingua ha subito modifiche.

Questa lingua è simile ma non uguale per tutti i gruppi, ha alcune differenze, in alcuni gruppi di più, in altri meno, ma tra gruppi diversi ci si può capire. Non tutta la popolazione romaní la parla poiché per molti è andata persa a causa di esili forzati, conversioni forzate etc.. Questa lingua è tramandata oralmente, non possiede una propria scrittura. Oggi il romanes è una lingua minoritaria riconosciuta in Austria, Finlandia, Germania e Svezia, lingua ufficiale del distretto di Šuto Orizari nella Macedonia del Nord. In Italia, la lingua non gode di alcuna forma di tutela a livello nazionale.

Le prime testimonianze scritte sul parlato romaní datano alla metà del XVI secolo, i linguisti hanno dovuto ricostruire le loro teorie per interpretare la storia di questo linguaggio basandosi sulla ricostruzione linguistica e la comparazione con le lingue indoarie dell’India. Questa lingua non è scritta per cui non esiste una propria scrittura, quindi ogni paese la scriverà con l’alfabeto della nazione, il romani chib è trasmesso solo oralmente e si è formato durante i secoli.

Nell’immaginario comune si pensa che le donne rom siano esperte di pratiche divinatorie. Quanto sono importanti nella cultura romanì? Sono effettivamente diffuse?

È la prima volta che sento questa terminologia, ho sentito maghe e streghe ma non penso sia vero, esiste la lettura dei fondi di caffè, delle carte e della mano meno ma non lo considererei culturale, perché è stato inventato per poter racimolare dei soldi, mentre l’arte dei fondi di caffè è tradizionale ma solamente per alcuni gruppi.

I rom polarizzano spesso le opinioni. C’è chi li detesta e chi li mitizza. Quali sono gli stereotipi più diffusi? E qual è la realtà? Vivi spesso episodi discriminatori?

Io vivo episodi discriminatori ogni volta che indosso gonna e foulard (dikhlo) perlopiù razzismo verbale. Gli stereotipi sono: rubano, sono nomadi, non si lavano per cultura , rubano i bambini , non si vogliono integrare, vivono al campo per scelta … tutto falso. I rom vivono nei campi obbligati dallo stato italiano e sono spesso stranieri senza documenti. Solo lo 0,03% dei rom in Italia vive nei campi, gli altri sono inseriti e hanno casa e lavoro. Non so perché ci siano tutte queste dicerie, sicuramente non fanno bene al popolo. I rom vengono sempre visti come reietti ed è spesso impossibile convincere le persone, i Gage (non rom), che non sia la verità ma solo stereotipi spesso inventati.

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Rom: chi sono, cultura e tradizioni. L’intervista a Sveta