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Novembre 14, 2016

La notte del 5 dicembre strane creature dall’aspetto diabolico raggiungono i centri cittadini di alcune zone dell’arco alpino e oltre (Austria, Baviera, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia Tarvisio, Cave del Predil, Fusine, Valbruna, CamporossoPontebba). Sono i Krampus, diavoli dai corpi caprini e dalle lingue scarlatte, vestiti di pellicce, dotati di unghie affilate. Brandiscono fruste portando scompiglio tra i civili, sono il doppio oscuro di San Nicolò. Insieme al Santo fanno visita ai bambini per punire i discoli e omaggiare con doni i più bravi.

I Krampus scatenano da sempre polemiche, in passato vennero addirittura banditi dall’Inquisizione ma anche in tempi più recenti si sono guadagnati l’appellativo di sconvenienti. Strano che attirino tuttavia moltissimi curiosi e la domanda sorge spontanea: sarà forse che la società civile nasconde sotto le gonnelle del perbenismo un innato desiderio di caos e disobbedienza? Vivere in società implica regole che rischiano, spesso, di sopraffare l’individuo in nome del bene comune. Ma i Krampus sovvertono l’ordine sociale. Se ne infischiano. Ostili. Maleducati. Aggressivi. Contaminano l’uomo “civile” che per una notte (incolpando loro) si concede il lusso della mostruosità.

LE ORIGINI

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La tradizione dei Krampus si perde nella notte dei tempi, forse celtica, probabilmente pagana, comunque antecedente il cristianesimo che l’ha rivisitata in chiave religiosa. L’interpretazione più comune vede in San Nicolò la vittoria del bene sul male ma è più probabile, a mio parere, che santo e diavoli simboleggino l’eterna ambivalenza del creato. Vita e morte. Luce e buio. Sole e luna. Anche Bettelheim, psicoanalista austriaco, interpreta la tradizione come recita simbolica tesa a rappresentare l’ambivalenza di genitori e figli. Amorevoli e minacciosi al tempo stesso, a dimostrazione che “sia nel bambino sia nell’adulto, nè il bene nè il male esistono indipendentemente l’uno dall’altro“.

Secondo la leggenda più nota, durante i periodi di carestia, alcuni giovani delle montagne erano soliti travestirsi da diavoli per terrorizzare gli abitanti dei villaggi vicini e derubarli delle scorte invernali. Ma tra i giovani vi era un impostore, il diavolo in persona. Lo riconobbero dalle zampe a forma di zoccolo di capra e, spaventati, chiamarono un parroco per scacciarlo via. Il diavolo venne sconfitto e da allora, in omaggio alla vittoria del bene sul male, ebbe inizio la tradizione di sfilare lungo le strade dei paesi.

I KRAMPUS NELLE CARTOLINE DEL XIX e XX SECOLO

Come suggerisce il blog bambinietopi.it, nel XIX secolo i Krampus iniziarono a spopolare su libri illustrati per l’infanzia, stampe popolari e storie a vignette satiriche.  Ma fu a Vienna, a fine secolo, che l’immagine del diavolo mascherato riscosse il maggiore successo tanto da comparire su un gran numero di cartoline augurali, prodotte da diverse case editrici fra cui la Wiener Werkstatte, destinate in origine ai bambini che attendevano la loro visita. Dopo un periodo di calma, il diavolo natalizio torna in auge tra la fine del XX secolo e l’inizio del XXI secolo, quando Santa Claus alias Babbo Natale ha ormai rimpiazzato la figura di San Nicolò, eccetto in qualche borgo oscuro.

Quest’anno seguirò i Krampus dal vivo in occasione della sfilata del 4 dicembre, presto ne vedrai delle belle. Intanto goditi le cartoline d’epoca.

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Krampus: il lato oscuro di San Nicolò (e Babbo Natale)